Tutte le volte che faccio le raviole ritorno bambina. Mi sembra di essere ancora nella vecchia cucina della mia casa paterna, dove c'era un tavolo lungo che mia madre usava anche per impastare. Le raviole erano una prelibatezza che non si mangiava tutti i giorni, quando andava bene alla domenica o nelle feste comandate oppure quando venivano parenti a pranzo. Io sono figlia unica ed ho sempre sentito tanto la solitudine fin da bambina, per cui quando vedevo mia mamma che preparava il ripieno per le raviole, ero felice, perchè capivo che sarebbe venuto qualcuno a mangiare con noi. Il classico ripieno delle raviole di una volta era ris e coj, cioè riso e cavoli bolliti. Mi ricordo che mio papà piombava sempre in cucina, mentre mia mamma faceva le raviole e ne usciva con la bocca piena. Le mangiava così crude, e mia madre lo rimproverava sempre, sia perchè crude sono parecchio indigeste, sia perchè poi a lei mancavano quando era ora di metterle in tavola. Ora tocca a me difendere le mie raviole dagli assalti di mio marito, anche a lui piacciono crude e cerca sempre di prenderne più che può.



Si cuociono per pochi minuti in abbondante acqua salata e si condiscono anche qui a piacimento: con burro fuso e salvia, con olio e parmigiano oppure con un buon ragù di carne.
Con questa ricetta partecipo al concorso indetto da Pagnottella Ricette e ricordi.