martedì 17 febbraio 2009

I tajarin

La tradizione del pranzo della domenica, in casa nostra, è sempre stata la pasta fatta in casa. Mia nonna prima, mia mamma poi, hanno sempre rispettato questa regola. Io non sempre ci riesco, ma quando posso, mi metto volentieri ad impastare.


Dose per otto persone:

Un chilo di farina, quattro uova, un pizzico di sale, due cucchiai di olio di semi di mais ed acqua tiepida quanta ne richiede, io ne metto circa un bicchiere. Fatto l'impasto, tiro la sfoglia sottile al terzo buco della macchina per pasta Imperia. Poi la passo alla trafila delle tagliatelle (la più piccola).


Butto i tajarin nell'acqua bollente con dentro due cucchiai di olio per non far attaccare la pasta. Appena salgono a galla, li scolo e poi ognuno se li condisce come vuole, chi al burro e parmigiano, chi al sugo e chi, come me (e qui spero di non scandalizzare nessuno), con mezzo bicchiere di vino nero. Da notare che io sono praticamente astemia e assaggio il vino solo con i tajarin.