Questa ricetta è tipica della nostra famiglia. Quando ero bambina, e sono passati tanti tanti anni, vivevo con mia nonna materna, la quale mi raccontava degli anni in cui era bambina lei. Erano anni duri, al tempo della prima guerra mondiale, non c'era cibo nelle nostre campagne, ma un pochettino di orto ce l'avevano quasi tutti. In questi orticelli, la prima cosa che i contadini di allora coltivavano erano le patate, costavano poco ed era un alimento amato da grandi e piccini. Finita la stagione delle patate, si piantavano i porri per l'inverno, che dalle nostre parti è lungo e rigido. I genitori di mia nonna erano affittuari di un conte che possedeva parecchie cascine qui in zona e ettari di risaie nella provincia di Vercelli. Questo signore, ogni anno offriva ai suoi dipendenti un sacco con 50 Kg di riso ed allora le massaie si ingegnavano con quello che avevano per sfamare le loro famiglie. Da qui l'origine di questa minestra dei poveri, che io faccio sovente, specialmente in questi giorni in cui siamo tutti più o meno acciaccati dall'influenza.
Far bollire in tre litri di acqua salata tre porri, solo la parte bianca, con quattro patate medie, il tutto fatto a pezzettini, per circa un'ora. A noi piace frullata, ma si può lasciare anche in pezzi. Aggiungere quattro o cinque pugni di riso e continuare la cottura, mescolando, per un quarto d'ora circa.
Con questa ricetta partecipo al concorso Poveri ma belli indetto da Precisina