Nell'antica tradizione piemontese era molto comune trovare sulla tavola della domenica le raviole. Le massaie si alzavano al mattino molto presto per andare alla messa cosiddetta prima, che veniva celebrata alle sette. Tante volte, prima della messa, avevano già sbrigato molte incombenze domestiche, avevano dato da mangiare alle galline, ai conigli e magari accudito i numerosi figli che in quel tempo era normale avere in tutte le famiglie. Al ritorno dalla messa, si ingegnavano a preparare il pranzo domenicale, magari per una decina o più di persone. Il piatto forte costituiva appunto nelle raviole, ma non come quelle che possiamo fare oggi, con ripieni vari di carne, salumi ecc.... Le raviole di una volta erano ripiene di riso e cavoli. Il riso costava poco e di cavoli in campagna ne avevano tutti per cui con quattro uova e un chilo di farina, riso e cavoli, si poteva sfamare l'intera tribù.
Quando ho ricevuto il pacco di pasta dalla Fabbrica della Pasta di Gragnano che fa la pasta più grande del mondo ed ho visto queste bellissime stelle, mi è venuta in mente l'immagine delle raviole di una volta. Ho preparato allora il ripieno di riso e cavoli, facendo bollire il riso in acqua salata e lessare i cavoli tagliati a pezzi che poi ho fritto in olio evo. Quando tutto è risultato pronto, ho unito il riso scolato ai cavoli fritti, salato, pepato poco e aggiunto un uovo. Ho amalgamato il tutto ed ho riempito queste favolose stelle che precedentemente avevo fatto cuocere in acqua bollente per pochi minuti. Ho posizionato il tutto dentro una teglia da forno ed intorno ho riempito di ragù. Ho poi passato tutto in forno a 180 gradi per mezz'oretta.